Odio le piste ciclabili

8 Mar

Punto primo. La logica della pista ciclabile è quella della riserva indiana. Ci sono spazi (i marciapiede) riservati ai pedoni, ci sono spazi (le ciclabili) riservati alle biciclette, ci sono spazi (tutte le strade) riservate alle automobili. Una tale ripartizione territoriale convince gli automobilisti che chi pedala non ha diritto di condividere la stessa strada: “cazzo ci fai qui, vai sulla ciclabile”.

Punto secondo. Chi usa la bici come mezzo di trasporto deve potersi spostare da un qualsiasi punto “x” a un qualsiasi punto “y” di una città. Visto che i sindaci costruiscono le ciclabili dove c’è spazio (ovvero dove non sottraggono spazio alle automobili) e non dove servono (sui percorsi più trafficati) è inevitabile l’inutilità di tantissime (oserei dire la maggior parte) ciclabili urbane.

Punto terzo. A chi e a cosa serve principalmente la ciclabile? Principalmente serve al sindaco per dimostrare che anche la sua città ha piste ciclabili (che è un po’ come dire che la mia città ha un’alta proposta culturale perché ha tre teatri… fa niente, poi, se la programmazione è una merda!). Quante volte la usa il sindaco? Fondamentalmente una soltanto. Va lì per tagliare il nastro inaugurale e farsi immortalare in bicicletta da fotografi e tv. Vi siete mai chiesti perché ci sono ciclabili urbane lunghe anche soltanto poche decine di metri? Ecco la risposta: nell’inquadratura, se il cameraman è bravo, non si nota, per l’inaugurazione basta un piccolo spezzone, purché di un bel rosso mobilità sostenibile!

13 Risposte to “Odio le piste ciclabili”

  1. Amedeo 8 marzo 2011 a 12:03 #

    …persino a Copenaghen ci sono le piste ciclabili. Se vogliamo che le persone scelgano la bici per andare al lavoro, a scuola, ecc e non solo alla domenica, dobbiamo dagli sicurezza e nelle nostre strade non c’è assolutamente. Credo che le piste vadano realizzate su strada sottraendo spazio alle auto.

    • lerane 8 marzo 2011 a 14:36 #

      già la sottrazione mi convince. la sicurezza, secondo me, la conquisti togliendo le macchine dove possibile e facendole andare a 20 o a 30 all’ora dove non è possibile. utopia? non direi. in Spagna stanno ragionando su un nuovo limite di velocità urbano proprio a 30 all’ora

      • Paolo 8 marzo 2011 a 17:50 #

        In Germania nei centri abitati il limite è di 30 km/h e ci sono fior di autovelox che ti convincono a rispettare i limiti…

  2. Filippo 8 marzo 2011 a 12:43 #

    Ma io in bici da corsa a 35km/h devo correre su un aborto di marciapiede tra nonne passeggini e cani?..
    Perchè più di qualcuno è stato multato perchè correva in strada (a 35 all’ora) e non in pista ciclabile (non si sa a che velocità poi..;) rischiando di investire mezza casa di riposo..

  3. PL3asureAndPain 8 marzo 2011 a 20:36 #

    ah io che sto per sfiga su una sedia a rotelle la vorrei proprio una pista ciclabile da ‘invadere’ dato che se vado in strada mi investono e ‘no grazie ho già dato’ e se sto sul marciapiede poi non trovo la discesa e devo fare i numeri per 15 cm di dislivello che ai bipedi sembrano una routine da non considerare..

    • lerane 9 marzo 2011 a 18:23 #

      emy è vero. tutto sommato ai ciclisti sparano con le fionde, contro chi sta su una sedia a rotelle usano l’artiglieria pesante

    • bikediablo 30 marzo 2011 a 16:15 #

      Ciao PL3asureAndPain,
      credo proprio che tu abbia ragione e che la mobilità delle persone sulle sedie a rotelle debba essere il riferimento base in ciascuna città.
      Qualche anno fa scrissi su RomaPedala proprio di questo, cioè dell’utilità delle piste ciclabili anche per persone che usano la sedia a rotelle.
      http://romapedala.splinder.com/post/18804204/Ciclabili+per+disabili%3F

      marco

  4. Marco 9 marzo 2011 a 17:46 #

    “Vi siete mai chiesti perché ci sono ciclabili urbane lunghe anche soltanto poche decine di metri?”
    Io Questa domanda l’ho posta ad un assessore quando venne nella mia “frazioncina” per spiegare il “nuovo” progetto del ponte con annessa pista ciclabile (lunghezza totale 65m ) collega un sottopasso stretto e senza marcapiede ad una rotonda (tipici posti frequentati da ciclisti!?)

    La risposta fu il progetto c’era già (primi anni 90, ero appena nato) ma solo ora (2009) sono arrivati i soldi!

    Ovviamente nel frattempo son spuntati il sottopasso, ben 2 rotonde, è sparita l’unica strada (pedonale) logico sbocco (spero) della pista nel pensiero del progettista.

  5. Il Marziano 15 marzo 2011 a 05:28 #

    Sei troppo snob. Per favore, non sparare sulle piste, ma facciamo un discorso razionale.

    E’ giusto, all’interno delle zone 30 non servono, ma le zone 30 non devono essere la solita strada + un cartello, ma fatte in modo che le auto non possano superare quella velocità… Ovvero con strettoie e attraversamenti pedonali sopraelevati. Inutile tentare di fare zone 30 all’EUR, per intenderci.

    Su tutto il resto delle strade, specie quelle extraurbane, una separazione è necessaria se si vuole utilizzare la bici come mezzo di trasporto. Basti pensare alla sera e quando piove per rendersi conto che la separazione è sicurezza. Provate a percorrere la Prenestina dopo il raccordo, oppure la Cassia, e si capisce cosa dico, specie di notte o di notte con pioggia.

    Questo ovviamente non vale per i ciclisti che si allenano, ma che significa? Loro si divertono, non usano la bici per mobilità.

    Infine in città ci sono i giovani e i giovanissimi. Con piste che colleghino le scuole, anche a Roma li potremmo abtuare ad andare in bicicletta sin dagli 11/12 anni. Allora sì che l’uso della bicicletta esploderebbe.

    • lerane 15 marzo 2011 a 07:13 #

      Ehi marziano, possiamo dire che le ciclabili stanno alle bici come le autostrade alle automobili?

  6. Filippo 15 marzo 2011 a 12:47 #

    manca l’educazione di base.. oltre che le piste ciclabili.
    non penso che tutti i genitori che vengono a prendere i loro figli a scuola, “debbano” farlo perchè non ci sono piste ciclabili.
    semplicemente, chi viene in bici a scuola, viene visto come un..”marziano”.. appunto..

    • davide 28 marzo 2011 a 11:28 #

      chi fa male le piste fa male alle piste. come nel caso della pubblicità della hatu di alcuni anni or sono.
      il fatto che in italia nn si facciano bene non significa che non servano. salvo che l’eliminazione fisica di tutto il traffico veicolare sia una opzione che ritieni possibile fin da subito.
      Ad oggi sono un male necessario. e concordo, ovviamente, che vadano fatte dove servono e dove tolgono spazio alle auto. ma quando ci sono però, poi bisogna usarle..

      • Filippo 28 marzo 2011 a 19:36 #

        si.. ascolta davide.. ma con tutta la buona volontà.. non posso usare un aborto di pista ciclabile, che in realtà è un marciapiede con annesse uscite condominiali, passi carrai, donne, passeggini, vecchi e cani al guinzaglio!
        Non ci si può accontentare. Dobbiamo pretendere che le cose siano fatte bene.. e non “un male necessario”.

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