Storia di un senza fissa dimora di successo

10 Mar

Questa è la storia di un senza fissa dimora di successo, di un ciclista, di un meccanico di bici, di un sieropositivo molto positivo, di uno scrittore e di un libero pensatore, di uno disposto a fare il doppio della fatica pur di non andare a lavorare, che ha vissuto quattro anni e otto mesi in bicicletta, percorrendo 25mila chilometri, vivendo dell’abilità di meccanico e della sua ciclofficina itinerante. Tutte queste storie sono la storia di Stefano Bruccoleri. Il suo blog me l’ha segnalato un amico di bicisnob, ho letto le prime pagine del suo libro (Via della casa comunale n.1). M”è piaciuto, lo copioincollo. Mi piace pensare che un automobilista non potrebbe mai essere protagonista di una storia simile… Anche perché un senza fissa dimora che se ne va in giro per 25mila chilometri in macchina non s’è mai visto da nessuna parte… Una sola cosa mi chiedo, prima di lasciarvi alla lettura: perché mai bisogna definire una persona per una qualità che non ha (senza fissa dimora) piuttosto che per una di quelle che possiede?

Il libro è tratto dal primo Blog italiano scritto da un senza fissa dimora. Nel 2004 in Italia dei Blog non si sapeva ancora molto ed io stesso quando aprii il mio primo blog non avevo ben chiaro quale fosse l’utilità o il senso di aprire una pagina di diario sul web. Sino ad allora ritenevo che un diario fosse legato esclusivamente alla carta, all’intimità  ed alla privatezza di un cassetto. Avendo perso tutto: numero civico, cavo telefonico, una porta a cui bussare, la casetta delle lettere e dunque la possibilità di tenere insieme la mia rete di relazione, pensai che se avessi messo tutto in rete, gli amici sarebbero rimasti informati su ciò che stavo facendo, dove stavo e come.
L’impatto con il dormitorio di Alessandria fu sconvolgente. Sino a pochi giorni prima del mio ingresso avevo una casa ed un laboratorio di restauro, una buona rete di relazioni ed in un attimo la fragilità della mia condizione si rivelò con una sorta di esplosione silenziosa che mi scaraventò in un altro mondo, quello dei Vulnerati, quelli impoveriti dal loro stesso mondo e da un sistema economico che cominciò  a rivelare tutta la sua follia.
I Vulnerati sono i poveri, quelli che non tengono il passo con un sistema economico in continua evoluzione, sono le ragazze madri che si trovano a gestire uno o più figli in solitudine e che pagano il prezzo di armi spuntate, di una rete sociale che non esiste più. Alcune di queste quando arrivano in dormitorio hanno perso anche i figli. Quando arriva uno sfratto per una donna, un uomo o una famiglia povera, il futuro è in caduta libera.
Ed è in questa  caduta libera che per sopravvive e non impazzire mi sono aggrappato ai fogli elettronici del mio blog (…) Poi l’interesse dei giornali della Radio, inviti a convegni e incontri di varia natura davanti ai quali ad un certo punto, per non correre il rischio di scimmiottare me stesso, ho fatto marcia indietro. Il mio ego e il mio Marcisismo era sopravvissuti alla catastrofe dello sfratto esecutivo, a questo si aggiungeva una dote tutta Italiana che si legava alla creatività delle mie radici partenopee, di colui che se non conosce bene una cosa è portato naturalmente ad insegnarla. Quella della gestione di un blog era un’attività che avevo imparato a fare degnante, dunque dalla strada divenni una sorta di consulente per tutti coloro che nel viaggio incontravo e che desideravano avvicinarsi al mondo dei Blog. (…) Il primo anno a Bologna aprii un blog per la casa occupata del Lazzaretto, uno per un ragazzo sieropositivo, un’altro per un’associazione di volontariato che si occupava di handicap e invalidità, e poi il blog Asfalto dei senza fissa dimora di Bologna (…) e un sito espressamente dedicato alla promozione di questo libro: www.senzafissadimoradisuccesso.com. Alla rete famigliare e dei servizi pubblici per gli adulti in difficoltà si è sostituita la rete telematica, Internet.
Attualmente sono in una fase di rientro nella società produttiva, ho una casa, una stanza, la mia quota di affitto, una buona connessione a internet ed un PC di ultima generazione. Se finisco di nuovo in strada voglio un Mac. (di Stefano Bruccoleri)

3 Risposte to “Storia di un senza fissa dimora di successo”

  1. analkoliker 10 marzo 2011 a 09:10 #

    Che dire, grazie. Ci vediamo al salone del libro di Torino nella speranza che questo libro possa rappresentare la risalita. Un caro abbraccio a tutti.

  2. analkoliker 10 marzo 2011 a 09:22 #

    Una piccola precisazione,il link che hai messo non è il mio blog ma il sito di presentazione del libro, il mio blog dove è possibile leggere i miei racconti è http://www.analkoliker.splinder.com. Te lo dico perchè quest’ultimo è più ricco di contenuti e cose interessanti da raccontare.
    In ogni caso grazie davvero

    • lerane 10 marzo 2011 a 14:58 #

      ha ragione stefano. date un’occhiata la blog. grazie a te

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